03:23

Ruth Deutschmann

Benjamin Epp

St. Anton

2008-08-19

Sylvia Manning - Baumgartner

Nicole D´Incecco

1945

Dopo prima di Zagabria arrivammo ad una stazione ferroviaria. Lì ci caricarono su un vagone bestiame - su vagoni bestiame, tutti in vagoni bestiame. E lì un soldato - avrà preso, visto le condizioni, molte botte - si suicidò. Cioè, aveva ancora una bomba a mano, e la bomba a mano se la mise tra la cintura e la pancia e la tirò, e naturalmente fu dilaniato. In seguito la pagammo tutti quanti, quindi, diventò più severo. Allora diventarono così brutali e ci misero dentro i vagoni, dopo ne incassammo molte. E mentre fummo condotti sulla strada, quando - poi attraversammo Zagabria, ed in ogni vagone, in cui stavamo dentro, misero un partigiano, ma soltanto uno, questo era per loro svantaggioso. E questo qui cominiciò dietro, nel vagone ? da un’estremità cominciò di nuovo a prenderci tutto quello che ancora avevamo. Ce n'erano sempre ancora di quelli che avevano una bella penna stilografica, o che portavano ancora un anello, o che possedevano ancora un accendino. Prese tutto. Poi arrivò in mezzo al vagone, e lì c'era una porta che era semichiusa. Allora due soldati più anziani - stavano direttamente accanto all'apertura, - - - e ancora dietro stavano un altro paio, dietro - dietro questi. Poi arrivò, ed i due soldato afferrarono il partigiano per le mani, o per le braccia, e lo buttarono fuori. C’era un pendio alto e sotto c’era una siepe viva, un "Pfetscherzau", come dicevamo noi o diciamo - vedemmo soltanto come rotolò giù, probabilmente morì, non lo so di certo. E probabilmente non lo trovarono per un pò di tempo - tanto tempo, altrimenti avrebbero subito fatto chiasso, ma non ci accadde niente. Beh, se ci avessero beccati lì, avrebbero ucciso tutti nel vagone. - Poi di nuovo - dopo Zagabria ci scaricarono di nuovo, e dopo si andò avanti, sulla strada. -